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Le società in house secondo la Cassazione, tra giustizia contabile e civile

lentepubblica.it • 25 Gennaio 2024

societa-in-house-cassazione-giustizia-contabile-civileLa Corte di Cassazione approfondice meglio il concetto di società in house: ecco quali sono le implicazioni sulla giustizia contabile e quella civile.


In una decisione giuridica recente, la numero 567 del 2024, la Corte di Cassazione ha gettato nuova luce sui casi di società partecipate, sollevando importanti questioni sulla giurisdizione contabile. Questo sviluppo potrebbe avere ampie ripercussioni nel modo in cui vengono classificate e gestite le società collegate alle istituzioni pubbliche.

Nell’analisi dei confini tra la sfera giurisdizionale contabile e quella civile, l’ordinanza della Corte di Cassazione ha mirato a gettare chiarezza su una questione dibattuta riguardante le società partecipate da enti pubblici.

La sostanza della sentenza si concentra sull’applicazione della qualifica di “in house” e sulle responsabilità contabili associate a questa categoria particolare di entità.

Le società in house secondo la Cassazione, tra giustizia contabile e civile

La Corte di Cassazione ha riconosciuto la complessità di questa questione e ha sottolineato la necessità di una valutazione accurata per determinare se tali società debbano rientrare nella giurisdizione contabile.

La terminologia: le società “in house”

Il termine “in house” si riferisce alle società create o controllate direttamente da un ente pubblico, e il dibattito in corso verte sulla definizione precisa di queste società e sulle attività commerciali in cui possono essere coinvolte.

La sentenza della Cassazione stabilisce che la giurisdizione contabile si applica alle società di capitali partecipate da enti pubblici solo se soddisfano i requisiti per essere considerate “in house”. Una società è considerata in house se è stata costituita da uno o più enti pubblici per fornire servizi pubblici, se solo gli stessi enti sono azionisti, e se svolge principalmente attività a beneficio degli enti partecipanti, con controlli gestionali simili a quelli esercitati dagli enti pubblici.

Perché una società sia considerata in house, devono essere presenti contemporaneamente tre requisiti:

  • il capitale sociale deve essere interamente detenuto da enti pubblici che forniscono servizi pubblici, e lo statuto deve vietare la cessione di azioni a privati;
  • la società deve svolgere principalmente attività a favore degli enti partecipanti, con eventuali attività accessorie che non hanno un impatto significativo sul mercato;
  • la gestione deve essere sottoposta a controlli statutari simili a quelli esercitati dagli enti pubblici sui propri uffici.

Le responsabilità contabili

Il testo unico sulle società a partecipazione pubblica del 2016 ha recepito questi principi, confermando la giurisdizione della Corte dei conti per danni erariali causati dagli amministratori e dipendenti delle società in house.

Questa norma definisce le società in house come quelle su cui un’amministrazione esercita un controllo analogo o più amministrazioni esercitano un controllo analogo congiunto, e che soddisfano il requisito dell’attività prevalente.

Le implicazioni della sentenza si estendono alle responsabilità contabili, suggerendo che le società “in house” sono soggette a una maggiore supervisione e rendicontazione finanziaria, contribuendo così a garantire una maggiore trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici.

In ogni caso, la sentenza promuove una valutazione caso per caso, incoraggiando un’analisi attenta delle attività e delle relazioni finanziarie di queste società per stabilire se debbano essere considerate parte della sfera contabile. Questo approccio è significativo poiché potrebbe influenzare notevolmente come vengono gestite le società partecipate, che, pur avendo un legame con enti pubblici, possono essere coinvolte in transazioni commerciali.

La nozione di controllo analogo

Il “controllo analogo” è definito come un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società controllata.

In merito a questo concetto è importante notare che la giurisprudenza della Corte di giustizia, così come quella di legittimità, ha progressivamente specificato questa nozione. Non si tratta di un controllo assoluto o perfettamente sovrapponibile a quello esercitato dall’ente pubblico sui propri organi e uffici interni, ma piuttosto di un’influenza determinante sulle decisioni strategiche e fondamentali della società.

La Corte ha sottolineato che non può essere accettata un’interpretazione del controllo analogo che equipari la società di capitali a una mera estensione interna dell’ente pubblico, priva di autonomia e soggetta allo stesso potere gerarchico esercitato dall’amministrazione sui suoi uffici dipendenti. Questo perché il controllo analogo, inteso come simile ma non identico al controllo sull’ente pubblico, è incompatibile con i principi di autonomia patrimoniale e attribuzione della personalità giuridica riconosciuti alle società di capitali.

In altre parole, il controllo analogo non è un controllo totale come su un ufficio pubblico né un controllo gerarchico, poiché si tratta del controllo di un soggetto esterno che rimane distinto da quello controllato.

Di conseguenza, l’obiettivo del controllo si limita alle decisioni fondamentali del soggetto controllato, influendo sulla governance complessiva dell’attività della società in house per preservare le finalità pubbliche che la caratterizzano.

La Corte ha inoltre evidenziato che, nonostante il carattere istituzionalmente servente della società in house come articolazione della PA da cui origina, essa mantiene una propria autonomia e personalità giuridica esterna rispetto all’ente pubblico.

Conclusioni

In conclusione quest’ordinanza potrebbe influenzare il modo in cui le autorità affrontano casi simili in futuro, creando un precedente importante nel delicato equilibrio tra interessi pubblici e commerciali.

Si prevede che l’iter giuridico di questo caso possa portare a ulteriori approfondimenti sulla definizione e la gestione delle società partecipate, aprendo nuove prospettive nel contesto della giustizia contabile.

Il testo della Sentenza

Qui il documento completo.

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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